LA DEPRESSIONE
Il mondo in cui viviamo è ammalato di ansia e preoccupazione. Questo disagio esistenziale sta dilagando nel mondo occidentale e ci obbliga a compiere una seria riflessione per comprenderne il significato della malattia depressiva e per trovarne una “cura” adeguata. Secondo il Ministero della salute, in Italia, queste forme di disagio riguardano sette milioni di persone […]
Il mondo in cui viviamo è ammalato di ansia e preoccupazione. Questo disagio esistenziale sta dilagando nel mondo occidentale e ci obbliga a compiere una seria riflessione per comprenderne il significato della malattia depressiva e per trovarne una “cura” adeguata. Secondo il Ministero della salute, in Italia, queste forme di disagio riguardano sette milioni di persone fra cui due milioni di uomini e cinque milioni di donne. Entro il 2020, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che diede il primo allarme nel 2004, i disturbi depressivi diventeranno la seconda causa di “disabilità lavorativa” dopo le malattie cardiovascolari. Nel frattempo, per colpa della crisi economica, la situazione è drammaticamente peggiorata. E se prima l’età media di insorgenza della malattia era tra i 20 e i 40 anni, oggi sono in aumento le manifestazioni precoci o tardive (in adolescenza o dopo i 50 anni). La forma depressiva si manifesta con segni tipici e ripetitivi: diminuzione o mancanza di interesse per il futuro, senso di inutilità di fronte ad ogni situazione, stato ansioso e di patimento per la propria persona ed il proprio futuro. Alla base della depressione, come nel caso del panico c’è, infatti, uno stile di vita forzato, non più congeniale alla persona, spesso improntato alla ripetitività, che viene messa in discussione da un evento “forte”: sia esso un evento traumatico, sia esso una violenta ondata di panico, sia esso un’ansia paralizzante, esso segnala, in ogni caso, alla persona che è venuta l’ora di modificare il proprio approccio alla vita.
Un altro tipico disagio del nostro tempo è, appunto, il disturbo d’ansia generalizzato E’ generalizzato, appunto, perchè colpisce in generale, senza manifestarsi in un disturbo specifico, come ad es. una fobia o un disturbo ossessivo. E’ ansia, senza un motivo apparente, un’ansia indefinita, senza capirne il perché che esaurisce la persona, la rende esausta.
E’ questo il primo stadio dell’ansia: questa si manifesta “libera e fluttuante”: libera perché priva di oggetto, fluttuante perché libera di fluttuare, di andare e venire da un giorno all’altro o da una parte all’altra della stessa giornata, ad esempio più marcata all’inizio o al termine della giornata.
In realtà, avere un “filo” d’ansia è utile: ci fa agire, ci fa essere grintosi e combattivi. Un piccolo quantitativo d’ansia può essere anche positivo! Ma deve trattarsi di un “filo” d’ansia, non di un persistente “morso alla gola”!
L’intensità dell’ansia, quindi, varia da persona a persona. Qualcuno manifesta l’ansia in determinate situazioni, ad es. usando la macchina o quando viene sera, qualcun altro è più o meno sempre ansioso, si dimostra preoccupato per tutto. La persona ansiosa è quella che reagisce come se avesse sempre qualcosa di cui preoccuparsi. E’ sempre sotto l’effetto di una larvata tensione, come se avesse paura di qualcosa, come se fosse costantemente in pericolo. Un pensiero banale come “Avrò chiuso la manopola del gas?” si può trasformare in una tortura, attraverso la quale io stesso trovo il modo per rovinarmi le giornate.
Ansia o depressione racchiudono un significato profondo, che dovremmo cercare di comprendere. Oggi viviamo con la convinzione che la nostra esistenza quotidiana sia solo un piatto susseguirsi di eventi materiali, di fenomeni concreti, prevedibili e manipolabili. Arroccati su questo pregiudizio, escludiamo che la vita possa nascondere aspetti più profondi e misteriosi, di quelli che sbrigativamente le attribuiamo. Questa visione riduttiva dell’esistenza ci fa dimenticare che, in ogni individuo è presente qualcosa di prezioso e di speciale, una sorta di essenza intima, in ognuno di noi capace di guidarci.
In questa prospettiva, ansia e depressione non sono da considerare come nemici da combattere, ma come una manifestazioni di una parte di noi, della nostra parte più vitale e sana, che ci chiede di prenderci cura di noi stessi e di vivere un’esistenza in armonia con quello che ognuno di noi è nel profondo.
A questo punto che cosa, alla persona che soffra di ansia, di depressione o di forme di panico che cosa conviene fare? Conviene prendersi cura di sé, rallentare i ritmi di vita, stare più a contatto con se stessa e con la natura, intraprendere un serio percorso di cambiamento. Ci vengono in aiuto le tecniche di respiro, quelle di modificazione delle forme pensiero negative, la meditazione. Un significativo cambiamento del nostro modo di pensare e di considerare le vicende che ci accadono è sempre possibile… non è facile, ma è sempre possibile…è come cambiare le lenti attraverso le quali si guarda il mondo!
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