Sembra strano al giorno d’oggi parlare di “NEMICO”, dal momento che, fortunatamente, il mondo occidentale al quale apparteniamo non attraversa uno stato di guerra. Non ci sono stati stranieri con l’intenzione di invaderci e neppure la nostra nazione è intenzionata ad assoggettare territori appartenenti ad altri popoli.
Eppure, molto frequentemente, nella vita di tutti giorni, ognuno di noi può avere la sensazione che qualcun'altra persona o entità ci sia ostile, ci ostacoli, impedisca la realizzazione dei nostri desideri. Può essere un collega di lavoro, da cui non ci sentiamo sufficientemente considerati o un datore di lavoro, non disposto a concederci i benefici richiesti. Può essere un vicino di casa, poco attento a rispettare un confine o una proprietà comune.
Il nemico può essere un’istituzione, come la scuola o l’università, qualora esse non ci appaiano come sufficientemente accoglienti o favorenti, quando non ci dotano degli strumenti per riuscire nello studio. Può essere una struttura sanitaria o un’equipe di medici, nella situazione in cui avvertiamo che essa non ci permetta di giungere ad una diagnosi corretta e ad una cura risolutiva rispetto ad uno stato di malattia.
Ma è l’ambiente familiare, nel tempo presente quello in cui massime sono la mancanza o la perdita di stima reciproca, dal momento che, spesso vi si generano conflitti e manifestazioni di inimicizia anche gravi. Basti pensare ai contrasti anche violenti fra fratelli o tra padre e figlio, oppure tra coniugi. L’altro, la persona che emotivamente ci è più vicina, figlio/a o compagno/a che sia, diventa il “nemico n.1” da distruggere, eliminare, combattere.
E’ questa la condizione più temibile, proprio perché una relazione fondata sul reciproco sostegno, si trasforma in una “guerra personale”, che porta alla soppressione psicologica ed anche fisica dell’altro: ne sono esempio i femminicidi che disseminano i fatti di cronaca.
In realtà la “morte”, anche quella di tipo psicologico, del nemico, che hai individuato tale, diventa, tramite i sensi di colpa, la distruzione del tuo stesso esistere!
La percezione di aver trovato nell’altro un “nemico da combattere” è la conseguenza dell’esistenza in noi di un “nemico interno” e del non riconoscerlo come tale. Qualora una persona si impegni ad elaborare questa entità psichica, nel ridurla di volume, nell’estinguerla, si accorgerà di non aver più nemici esterni a sé. In maniera più facile e naturale troverà la soluzione ai contrasti o agli ostacoli che incontra nella vita, attraverso la comunicazione, il dialogo ed il confronto, la sperimentazione e le esperienze concretamente vissute. Avvertirà, così, che il nemico era solo immaginario e si ritroverà libero da qualunque nemico!
Bibliografia
Vittorino Andreoli Homo incertus Ed. Rizzoli
Ryan Holigay Ego è il nemico Ed.Giunti
Vimala Thakar Ego Ubaldini Editore
Vimala Thakar La pace radicale Ubaldini Editore