Cercami su Skype, il mio nickname è: annalisatirelli
La situazione contingente conseguente alla diffusione del coronavirus ci impone immediati e sostanziali cambiamenti di abitudini, ci costringe a casa per la maggior parte del tempo libero, quando, al contrario, ci eravamo abituati ad una vita dinamica, se non frenetica, densa di stimoli ed impegni. In questo momento viene messa alla prova la nostra capacità di adattamento nell’attivare modificazioni sensate nei nostri comportamenti e stili di vita.
Sono da preferire di gran lunga i contatti a distanza, le telefonate, le videochiamate e, perché no…le consultazioni e le sedute di psicoterapia via skype!
Questa modalità era stata attivata da alcuni da tempo: l’avevano preferita per risparmiar tempo e denaro da impiegare per gli spostamenti, per utilizzare in modo efficace ed efficiente i momenti di pausa o, semplicemente per la curiosità di provare il nuovo. Personalmente l’avevo utilizzata con persone italiane che vivono o lavorano all’estero e con ragazzi universitari residenti nella mia regione, il Friuli Venezia Giulia, ma domiciliati presso la sede della facoltà frequentata.
Le persone preferiscono di gran lunga gli incontri di psicoterapia fatti di persona, poiché, con tale modalità ritengono di percepire più da vicino l’affettività, lo slancio, l’incoraggiamento del terapeuta. Questo è senz’altro vero, poiché l’essere umano è un essere sociale. Si giova del contatto fisico o emozionale con l’altro, dello sguardo e dei suoi gesti volti all’incoraggiamento, alla conferma del suo positivo attivarsi o scegliere. Il terapeuta è visto come una presenza concreta rassicurante ed energizzante.
Ma queste qualità vengono trasmesse anche “a distanza”, poiché appartengono alla relazione e non alle caratteristiche fisiche dell’incontro. Hanno a che fare con “l’energia” trasmessa, piuttosto che con “la stretta di mano”. Le sedute via skype sottopongono il cliente al dubbio di ricevere “una prestazione di serie B” e il terapeuta al timore di “perdere il cliente”. In realtà il legame terapeutico potrebbe risultarne arricchito e potenziato. Ed il pianeta rispettato, si riduce l’inquinamento ambientale.
In questo periodo, c’è un ulteriore o, forse, principale, motivo per utilizzare questa modalità di incontro: il riuscire a cogliere l’opportunità di un cambiamento, che ci è richiesto da cause di forza maggiore. Ma è sempre successo che durante calamità ed emergenze l’essere umano abbia saputo fare appello alle sue migliori risorse: intelligenza, voglia di darsi da fare per superare le difficoltà, spirito di adattamento, creatività.