Con la parola Mobbing si intende una forma di pressione psicologica sul posto di lavoro, esercitata attraverso comportamenti aggressivi e vessatori ripetuti, da parte di colleghi o superiori. Frequentemente si tratta di azioni subdole e non esplicite, spacciate come scelte normali e funzionali all’organizzazione del lavoro. La vittima di queste sottili persecuzioni si vede emarginata, calunniata, criticata: gli vengono affidati compiti dequalificanti, o viene spostata da un ufficio all’altro, o viene sistematicamente messa in ridicolo di fronte a clienti o superiori. Nei casi piú gravi si arriva anche al sabotaggio del lavoro e ad azioni illegali. Lo scopo di tali comportamenti può essere vario, ma sempre distruttivo: eliminare una persona divenuta in qualche modo “scomoda”, inducendola alle dimissioni volontarie o provocandone un motivato licenziamento.
E’ una pratica molto diffusa, poco nota e spesso tollerata dalla vittima, che teme di perdere il posto di lavoro, nonostante lo stress psicologico a cui viene sottoposta.
Si tratta di una materia solo recentemente teorizzata, più vicino alla nostra vita di quanto non avremmo mai immaginato, soprattutto in questi ultimi anni caratterizzati da crisi del mercato del lavoro. Il Mobbing ha effetti devastanti sulla persona colpita: essa viene danneggiata psicologicamente e fisicamente, menomata della sua capacità lavorativa e della fiducia in se stessa. Risente spesso di sintomi psicosomatici, stati depressivi o ansiosi, tensione continua e incontrollata. L’esito ultimo – e non raro – è il suicidio: in Svezia un’indagine statistica ha rivelato che tra il 10 ed il 20% dei suicidi in un anno hanno avuto come causa scatenante forme depressive dovute a Mobbing. il Mobbing è stato dichiarato reato punibile penalmente ed i suoi effetti sono ritenuti malattia professionale. Le ricerche hanno dimostrato che il Mobbing può portare ad un danno psichico o psicofisico permanente, tale da consentire una regolare richiesta di risarcimento per invalidità professionale. Il mobbing può provocare anche un
danno alla professionalità del lavoratore, ciò si verifica quando il lavoratore non ricopre l’incarico di lavoro per il quale era stato assunto. Il lavoratore assegnato a mansioni inferiori o lasciato del tutto inattivo può, infatti, chiedere al giudice del lavoro (
ex art. 2103 c.c.), non solo di accertare l’illecito e di dichiarare la nullità dell’atto datoriale invalido, ma anche di essere reintegrato nelle mansioni precedentemente svolte o in mansioni equivalenti.
Ma il Mobbing non è solo questo: esso provoca anche un sensibile calo di produttività all’interno dell’azienda in cui si verifica: chi fa Mobbing o lo subisce fa registrare un forte calo di rendimento professionale, inoltre la vittima si assenta spesso per visite o periodi di malattia. Tale costo si ripercuote poi sull’intera società.
Una delle conseguenze più gravi del mobbing è la depressione, uno stato di tensione e stress permanente, accompagnata da disturbi psicosomatici, ovvero una sensazione di impotenza, un senso di fallimento ed ingiustizia, nei cui confronti ci si sente inermi e destinati unicamente a subirla. Ci si sente senza via d’uscita, conseguente sopraggiunge una condizione emotiva di svilimento e prostrazione.
PUNTI DI ASCOLTO ACCREDITATI IN REGIONE FRIULI VENEZIA GIULIA in base alla Legge regionale 7/2005 e con D.P.Reg 127/2017
Pordenone Villa Carinzia in Via Martelli,51 tel.0434 231495
e-mail:
antimobbing@provincia.pordenone.it
Udine Palazzo Belgrado Piazza Patriarcato,3 tel.0432 279524
e-mail:
antimobbing@provincia.udine.it
Trieste Via S. Anastasio,3 5° piano stanze 505 e 507 tel.040 3798560
e-mail:
info@benesserelavoro.it